sabato 16 gennaio 2010

A tutti gli Asik di Haiti

Ce ne saranno tanti, ad Haiti, persone come Asik Tuygun. Me lo voglio ricordare, quel nome, Asik Tuygun. Se ne è infischiato delle battaglie burocratiche tra Italia e Malta, se ne è fregato delle proteste del suo datore di lavoro che gli rimproverava il tempo perduto. Lui, comandante del mercantile Pinar, il tempo lo ha perduto salvando gli emigranti che annegavano: persone che nessuno voleva. Lui le ha ospitate a bordo. Asik ha pianto per una ragazza che non si è salvata. Come lui in questi giorni ce ne sono tanti ad Haiti.

martedì 12 gennaio 2010

Un'altra notizia buona, oggi. Giuro che non lo faccio apposta, le noto e basta. Sarà il Frank Capra che alberga in me, sarà che mi sembra necessario ristabilire un equilibrio tra i fatti quotidiani. Detto per inciso, gesti siffatti sono compiuti da persone libere, nessuno se ne può appropriare. Nessuna forza politica può autoproclamarsi Partito dell'Amore, soprattutto quando celebra la cazzimma in mille altre occasioni. Mi rendo conto che rischio di inimicarmi la bonarmuzza di Edmondo De Amicis, che in confronto al tassista di questa storia sembra J.R. Di Dallas.
Dio t'assista, tassista.

New York, tassista rende 13mila euro dimenticati da una turista italiana. Mukul Asaduzzaman, del Bangladesh, non ha voluto ricompensa.

lunedì 11 gennaio 2010

Questa è una notizia di fine novembre, ma me l'ero segnata tra le cose che mi hanno fatto fermare un momento.
Germania, direttrice di banca come Robin Hood, condannata.
Ha preso 8 milioni di euro dai ricchi per darli ai poveri.

Me la sono ricordata ieri sera perché ho visto in televisione il ministro Gelmini. Commentava i fatti di Rosarno e diceva che è ora di finirla con il buonismo. Chissà come, ma mi è presa una voglia irrefrenabile di andare in Viale Italia per costringere le vecchiette ad attraversare la strada.
Mi è venuta antipatia contro chi abbonda in cazzimma. Contro chi sa fare le cose giuste, ha le amicizie giuste e le sfrutta nel modo giusto, miscelando a dovere un po' di cattiveria e di furbizia. Creando quell'alchimia che i napoletani chiamano cazzimma, appunto.
Tutta invidia, perché a me manca; è mancata nelle occasioni cruciali della vita. Ha vinto la timidezza, la voglia di fare un passo indietro e rintanarmi chissà dove. Magari a leggere notizie come questa della Robin Hood tedesca, Erika B., che aiutava i poveri a superare la crisi ma è stata scoperta. Chissà cosa l'ha tradita. Forse le è mancata la cazzimma.

domenica 3 gennaio 2010

Ecco cosa vorrei, un viaggio tra le parole di ogni giorno. Sono tantissime, molte se ne vanno senza lasciare traccia. Magari erano importantissime, magari erano solo modi di dire buttati lì, magari erano imbottiture di vuoti troppo brutti da lasciare in giro. Che so, tipo "in qualche modo", "per così dire", in un certo senso". Io vorrei intercettare e ricordare qualche parola: quelle poche che mi rimangono appiccicate addosso. Magari a me e a nessun altro: le nostre orecchie sono filtri per i quali è previsto un uso strettamente personale. Che so, mi perdo il senso di un discorso importantissimo e vado a notare due parole dette dal primo che passa. Qui scriverò quelle due parole.
Sovrabbondanza di parole in televisione, nei giornali, sul web, alla radio. Da vertigine. Ci sono luoghi, però, in cui non esistono parole buttate a caso. Sono tutte funzionali, come mattoncini Lego in una Tour Eiffel di costruzioni. Non ne puoi levare nessuna, neanche i "cioè", gli "insomma". I primi due che mi vengono in mente: i blog di Roberto Alajmo e di Gianni Allegra, ricco anche di colori. Va da sé, mi piace frequentarli. Mi piacciono le parole che rimangono attaccate addosso, quelle che ti porti in giro per tutto il giorno e anche se non le vedi sai che ci sono e ti danno un senso e una direzione.
Questa notizia del Corrierone mi ha colpito, ad esempio:
Il marito dell'anno fugge con modella
10 settimane dopo le nozze
Darryl Johnson aveva sposato Emma McIntyre
vincendo il concorso di un giornale locale sulla coppia del 2009.

Spero che in futuro io riesca a notare notizie più presentabili. Questa però mi ha ricordato Shakespeare: "Men should be what they seem". Magari mi ha colpito perché ho serie difficoltà nel leggere il mondo.