domenica 3 gennaio 2010

Ecco cosa vorrei, un viaggio tra le parole di ogni giorno. Sono tantissime, molte se ne vanno senza lasciare traccia. Magari erano importantissime, magari erano solo modi di dire buttati lì, magari erano imbottiture di vuoti troppo brutti da lasciare in giro. Che so, tipo "in qualche modo", "per così dire", in un certo senso". Io vorrei intercettare e ricordare qualche parola: quelle poche che mi rimangono appiccicate addosso. Magari a me e a nessun altro: le nostre orecchie sono filtri per i quali è previsto un uso strettamente personale. Che so, mi perdo il senso di un discorso importantissimo e vado a notare due parole dette dal primo che passa. Qui scriverò quelle due parole.

1 commento:

  1. E’ vero, soprattutto le imbottiture sono pause dietro le quali il cervello lavora affannosamente per trovare la parola successiva, questo si può dire, questo no, questo mi conviene, l’interlocutore non capirebbe, qui ci vuole una parola ad effetto, cosa si può dire a un imbecille, mi sa che sto facendo la figura dell’imbecille…
    Con i pensieri, dietro la pausa di un insomma, si può scrivere un intero romanzo.
    Salvatore

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